“Tremendamente poetico e ricco di luci”, Omnimilanolibri

Un immigrato startupper con un segreto, un giornalista precario che subisce la crisi, una giovane dai capelli rossi che campa lavorando in un locale, ma ha carte da giocare. Intanto il governo annaspa e a comandare, nelle strade, sono maschere di maiali che protestano dipingendo una Milano in balia di una logica distruttiva e priva di spunti su cui far leva per rialzarsi. Eppure arriva “Il sesto giorno” di Rosanna Rubino ed è tremendamente poetico e ricco di luci. Luci nella notte di una Milano piena di locali, luci del mattino in cui il protagonista del romanzo pubblicato da Fazi Editore, corre, corre e corre. Per sfuggire da un segreto che lo insegue fin da bambino, fin da quando è in Italia.

Ronnie, infatti, così si chiama, ha trentacinque anni, è di origini nigeriane ed è arrivato nel bel Paese, orfano, su un barcone partito da Tripoli. Ambientandosi nella cittá italiana in cui a oggi è più probabile che i sogni si avverino, ce l’ha fatta anche lui. Da selfmade man, mantenedo intatta la sua natura schiva e solitaria, ha messo in piedi un vero e proprio impero dal nulla. Anzi, da orfano immigrato, di carnagione “moretta”. Ha fondato Talentik, una piattaforma web di audio sharing che raccoglie audioracconti geolocalozzandoli, e ha fatto fortuna. Al momento in cui Rubino lo racconta, con un valore stimato di due miliardi di dollari, la sua creazione sta per essere quotata in borsa.
Questa storia di successo, é “solo” lo sfondo, tesse il contesto economico e sociale in cui l’autrice si prende tutto lo spazio per dar voce comodamente al Ronnie schivo e solitario che i giornali e le tv, e perfino i suoi soci, non sanno cogliere. Ne scandaglia il passato, me racconta gli attuali affetti, ne interpreta le paure che su affacciano quando questo 35enne metropolitano cerca di essere sé stesso. Per farlo, deve disseppellire un segreto che rischia di far crollare l’impero, ma é arrivato al punto in cui, convivendoci, rischia di crollare lui stesso, come persona.
Complice del pareggio di conti con la sua infanzia, é la figlia della donna che, volontaria in africa, gli ha cambiato la vita e parlato per la prima volta dell’Italia. Rossa di capelli, esile e forte, con poche parole spesso seguite da un punto interrogativo, é lei a guidarlo in una Milano dove sono troppe le strade suggerite dai cartelli. Troppe le direzioni da prendere.
Altro “aiutante” del nostro Ronnie, è Ragazzo, un aspirante giornalista piuttosto disadattato ma alquanto tenace, a cui ha scelto di affidare la propria incredibile storia. A una condizione: che “la prima cosa da fare, se vuoi capirci qualcosa di un uomo, è scoprire che bambino è stato”. Ragazzo accetta e Rubino gli presta la penna regalando l’originale esperienza metropolitana moderna de “Il sesto giorno”, sia a chi ha il sesto senso lo ha, sia a chi lo vorrebbe avere.

Marta Abbà
IL SESTO GIORNO

“Un gran bel romanzo da leggere e da meditare”, Romano De Marco

Che Rosanna Rubino sia stata allieva di una delle migliori scuole di scrittura d’Italia lo si intuisce da subito. L’autrice Milanese, di origini napoletane, ha esordito nel 2013 con “Tony Tormenta” (Fanucci). Un gran bel romanzo da alcuni troppo sbrigativamente etichettato come “urban fantasy” con uno dei finali più originali e struggenti che mi sia mai capitato di leggere.

Per il suo nuovo romanzo, la Rubino cambia completamente prospettiva, a partire dallaprosa che in “Il sesto giorno” è molto essenziale, rapida, in linea con la trama e, soprattutto, con il suo personaggio principale.

Ronnie Rosso è un giovane miliardario che ha costruito la sua fortuna grazie alla creazione di un social network di audio-sharing chiamato Talentik (una specie di You Tube ma con contenuti sonori al posto di quelli visivi). A soli trentacinque anni è uno degli uomini più ricchi e invidiati d’Europa e ha scelto di ritirarsi, in un sostanziale isolamento, nell’attico di un moderno grattacielo milanese, circondato dal minimalismo di ambienti geometrici semi vuoti che sottolineano ed esaltano il suo volontario distacco dal mondo. Ronnie Rosso ha raggiunto l’apice partendo dal nulla. A dieci anni è fuggito da un villaggio africano in fiamme, senza possedere nemmeno un paio di scarpe, con la ferma intenzione di raggiungere Milano, la città di origine di Anna, una volontaria che, con i suoi racconti, gli ha aperto una finestra su un mondo diverso e affascinante. Grazie alla sua tenacia e a una intelligenza notevolmente superiore alla media, Ronnie è riuscito a ribaltare un destino a cui pareva impossibile sfuggire. Alla vigilia della quotazione miliardaria in borsa della sua creatura informatica, sullo sfondo di una Milano cupa e minacciosa, assediata da moti di protesta per il baratro economico e politico sul quale è affacciata la nazione, Ronnie Rosso vivrà sei giorni fondamentali per la sua esistenza, sottolineati da una insonnia patologica che lo tormenterà fino alla conclusione della vicenda. In un susseguirsi di comportamenti apparentemente inspiegabili, da parte del protagonista, la storia si dipana in maniera appassionante e convincente, fino a un finale che chiarisce in maniera completa tutti i dubbi lasciati in sospeso e il senso dei misteriosi eventi precedenti.

La Rubino sceglie una struttura narrativa simile a un’opera d’arte post moderna. Addirittura fa a meno di dare un nome ai propri personaggi (a parte Ronnie e un altro paio) e si limita a identificarli come “Ragazzo”, “Voce”, “Avvocato” ecc.. Una scelta difficile ma ben supportata dalla narrazione solida e sicura dell’autrice napoletana. Difficile simpatizzare per i personaggi di questo romanzo, ma impossibile non riflettere sul loro simbolismo. Personalmente ho trovato, nell’epopea di Ronnie, un messaggio di fiducia nell’uomo, nonostante l’autrice abbia voluto evitare il più possibile ogni empatia del lettore con le sue creature. Proprio come in un’opera post moderna, la riduzione all’essenziale delle forme e delle suggestioni visive favoriscono l’approccio all’idea di fondo, alla provocazione, al messaggio, così in questo romanzo la apparente freddezza della prosa e del protagonista, rendono limpido lo sguardo del lettore che non ha distrazioni nel giudizio e nell’interpretazione di ciò che legge. Una scelta di qualità e, se mi è concesso, anche di coraggio sia da parte dell’autrice che dell’editore, che ci consegnano qualcosa di davvero “diverso”, nell’accezione migliore del termine. Un romanzo che sfugge a qualsiasi catalogazione di genere, un gran bel romanzo da leggere e da meditare. E qualcosa mi dice che, in futuro, Rosanna Rubino tornerà a stupirci ancora con un’opera completamente diversa dalle prime due…

Romano De Marco
https://libroguerriero.wordpress.com/2016/05/18/il-sesto-giorno-di-rosanna-rubino/

“Un’opera notevole”, Roberto Sturm

Arrivato dal Niger su un barcone a dodici anni, Ronnie, oggi trentacinquenne, è diventato uno degli uomini d’affari più ricchi d’Italia. Ha fondato Talentik, piattaforma web di audio sharing, che è stata la sua fortuna. Ronnie non è simpatico, non gli interessano le donne, si dedica completamente al suo impero non uscendo quasi mai dalla Torre, il grattacielo di Milano dove vive in completo isolamento. La situazione finanziaria del paese è disastrosa, il governo è in crisi politica ed economica, Talentik sta per debuttare in borsa, la rivolta sociale sembra alle porte. Manifestanti occupano le strade, appiccano incendi, protestano contro un governo che sembra essere capace solo di tagliare il welfare e aumentare le tasse. Siamo in un futuro immediato, molto vicino a noi, e mai come in questo caso possiamo verificare come la narrativa d’anticipazione sia uno degli strumenti più efficaci per indagare il presente.

La trama si svolge in sei giorni, in cui si racchiude, tramite flashback, la storia di Ronnie Rosso. Una storia di un immigrato sui generis, che trova davvero l’Eldorado nel nostro paese, che non ha la minima intenzione di aiutare gli altri – immigrati o meno che siano – e pensa solo al proprio successo e a raccogliere la quantità maggiore possibile di denaro. L’unica cosa che conta, apparentemente, per lui. Ma Ronnie deve, o meglio vuole, fare i conti con la propria storia, e lo farà in maniera pirotecnica, smentendo le convinzioni del lettore e degli altri personaggi.

Non ho letto l’esordio di questa autrice napoletana, ma con Il sesto giorno ci troviamo di fronte a un’opera notevole. Confesso che dopo le prime pagine ho avuto alcuni dubbi: ho temuto che la Rubino volesse proporre un Cosmopolis italiano. Ma se c’è molto DeLillo, nella narrativa di questa scrittrice (senza dimenticare il Franzen di Purity), bisogna riconoscere che riesce a rielaborarlo con assoluta autonomia. Ambientando la vicenda in una Milano che è la città più europea d’Italia riesce a dare al romanzo un respiro cosmopolita. I temi trattati sono molti, importanti, attuali: l’autrice li affronta con una perizia indiscutibile, con una conoscenza profonda degli argomenti che tocca, con strumenti letterari appropriati e sempre originali, non scadendo mai nel banale e mantenendo un livello qualitativo e di suspence che coinvolgono completamente il lettore.

Diversamente da molti altri romanzi che parlano di argomenti simili, la trama non scade mai nel patetico, l’occhio sulle brutture del mondo non indugia mai troppo nei particolari, ma nonostante questo lo sguardo è lucido, tagliente e impietoso, un bisturi che lascia al lettore immagini forti che difficilmente riuscirà a togliersi dalla mente. C’è tantissimo in questo romanzo, ma Rosanna Rubino mantiene sempre la barra a dritta, non smarrisce mai la strada né la fa smarrire al lettore. Un romanzo che coniuga gli aspetti migliori della letteratura moderna con estrema semplicità e rara efficacia.

(Roberto Sturm)

Il sesto giorno

“Avvincente”, Libero Volo

Proviamo a pensare all’inverso. Ad invertire le parti dello stereotipo dell’uomo bianco, in carriera e milionario che, per un fortuito caso, decide di premiare la costanza e l’impegno di un giovane ragazzo di colore, povero in canna e anche un po’ disadattato, che altro non desidera se non realizzarsi e costruirsi una vita dignitosa. Entrambi hanno sofferto le pene dell’inferno ed entrambi vogliono una vita migliore, sotto tutti gli aspetti, e allora Ronnie, l’uomo di successo, concede a Ragazzo l’unica occasione di rivalsa che non aveva mai concesso a nessun altro. Scoprire il suo passato. Uno scoop che lancerà Ragazzo, proprio per la sua unicità, nell’olimpo dei media e in particolare di una delle più importanti riviste statunitensi: Rolling Stone.

In un susseguirsi di segreti svelati, una giovane donna da trovare e affari finanziari da adempiere, si srotola l’intricata ed affascinante trama de Il sesto giorno (Fazi editore, pp. 256) della scrittrice napoletana trapiantata a Milano, Rosanna Rubino. Un thriller avvincente in cui un ruolo chiave viene rivestito proprio dalla città d’adozione dell’autrice: Milano. Imponente e a volte snob, addirittura arrogante, Milano è una città senza vie di mezzo, dove o sei dentro o sei fuori, esattamente come certe condizioni di vita, certe opportunità che, come treni ad alta velocità, passano una sola volta. Ma oltre a Milano c’è anche l’Africa, quel continente ricco e meraviglioso che, proprio come il capoluogo lombardo, ma in modi del tutto diversi, non lascia scampo e può far paura. La vicenda si dipana a ritmi diversi, pagina dopo pagina, e soprattutto l’inizio, seppur caratterizzato da capitoli abbastanza brevi, scorre molto lentamente, forse perché la giornata viene raccontata ora per ora, inesorabilmente. Solo verso la fine il ritmo diventa suspense, gli occhi restano incollati alla pagina e il lettore scalpita per saperne di più. L’originalità di questo libro, tuttavia, risiede proprio in ciò che dicevamo all’inizio, nello scambio di ruoli, un particolare che, nell’immaginario collettivo, un po’ disorienta. Si fatica a immaginare subito un giovane africano nei panni di un magnate dell’informatica. Per carità, non fraintendetemi, non voglio togliere niente a nessuno, ma è anche palese che è difficile se non raro, vedere una persona di colore a capo, se non fondatore, di un’azienda multimilionaria. Sicuramente ce ne sono da qualche parte, ma non si può negare che nella nostra idea comune, per il nostro tipo di società, è una realtà più unica che rara. Ed è per questo che consiglio vivamente la lettura di questo romanzo: oltre al giallo, oltre al thriller, un’occasione per riflettere.

(Cinzia Ceriani, Libero Volo)
http://www.liberovolo.it/2016/04/24/recensione-il-sesto-giorno-di-rosanna-rubino/

“Perfettamente orchestrato”, Modo Rosa Shokking

Ronnie Rosso è un nero bianco di origini nigeriane, il sesto nerd del pianeta, il leggendario creatore del colosso multinazionale della condivisione di narrazioni vocali Talentik. Ronnie è un imprenditore ricchissimo e di successo, un self made man campione di glaciale auto controllo. Ronnie ha molte manie. Anche per le parole. Alcune parole. Il suo quartier generale è un appartamento di cristallo nell’alto dei cieli di una riottosa Milano del prossimo futuro, afflitta da una crisi senza precedenti e attraversata dalle proteste della gente, su uno scenario di dissesto e in un mondo parecchio imperfetto. Più Batman che Superman, Ronnie è un eroe tenebroso, venuto dalla polvere, anzi dalla cenere. Voce, Guardia del corpo, Avvocato sono i suoi coprotagonisti. E poi c’è Mirjam, dolce scheggia che dal passato si conficca in lui.

Cinque giorni della vita di Ronnie più uno racconta il romanzo. Cinque giorni in compagnia di Ragazzo, aspirante giornalista free lance in cerca dell’intervista che ti fa fare il grande salto, assurto a suo personale Robin. Cinque giorni di incombente e sovrumana insonnia per Ronnie, proprio mentre il suo impero affronta la quotazione in Borsa, durante i quali tutto attorno e dentro Ronnie va fuori controllo: punti fermi e impeccabili si sfocano, vanno a rotoli, smettono di contare. Le pretese certezze si accartocciano ai bordi, sfrigolano, esalano il racconto di un passato inimmaginabile, che non si può cancellare, e che ricongiungerà Ronnie a una diversa possibilità di futuro.

Cinque giorni della vita di Ronnie più uno dura questo romanzo avvincente, perfettamente orchestrato dall’autrice – un talento da tenere d’occhio – e a mio avviso adattissimo per una traduzione per l’estero e per una trasposizione per il cinema, forte di una scrittura disinvolta, sonora e visiva, di un cast di personaggi efficaci come i disegni di una bella graphic novel, di un montaggio arguto, di dialoghi asciutti ed intensi, di molti passaggi da sottolineare per la forza delle intuizioni e delle riflessioni. E di una trama d’azione, incalzante, abilmente ricamata nei punti giusti con il filo rosso della vera storia di Ronnie, la storia che Ronnie decide di raccontare a Ragazzo.

Cinque giorni di catartica apocalisse per Ronnie, e di fortunata e decisiva formazione per Ragazzo. Ronnie un po’ Batman, Ragazzo un po’ Robin. Cinque giorni più uno. Perché prima o poi nella vita arriva il momento in cui si può essere davvero dei super eroi. Veri fino in fondo. Coraggiosi. Perché infine, nella vita, arriva per tutti il sesto giorno. (Sabrina Minetti)

http://www.mondorosashokking.com/Dalla-Libreria-Rosa-Shokking/Il-sesto-giorno-di-Rosanna-Rubino/

“Una lettura bella, veloce, incalzante”, Words of Books

Da qualche giorno è stata inaugurata Darkside, una nuova collana della casa editrice Fazi Editore che si dedica a tutte le sfumature del giallo di qualità: dal noir al thriller, dalla crime fiction al polar. Di questa nuova linea fa parte il romanzo Il sesto giorno che ho avuto il piacere di leggere. La trama ambientata in una Milano distopica ha acceso la mia curiosità e ora riesco a parlarvene un po’.

Non conoscevo quest’autrice e il suo stile, ma mi sono bastate poche pagine per essere in sintonia con il romanzo e far scorrere una pagina dopo l’altra. Due cose mi hanno colpito fin da subito. Il titolo dei diversi capitoli, che scandiscono il tempo che ci separa dall’avvenimento presentato nelle prime pagine, e il fatto che ogni personaggio, al di fuori del protagonista e di altri due personaggi, non viene chiamato per nome ma solo per il ruolo che svolge all’interno della storia.
Abbiamo per esempio, Avvocato, Ragazzo, Guardia del corpo e così via. È una caratteristica che riscontro per la prima volta e dopo un piccolo inceppo iniziale è andato tutto liscio.

Ronnie è il creatore di Talentik un sito web dedicato all’audio sharing che proprio all’inizio del romanzo si appresta a debuttare su Piazza Affari. Mancano esattamente sei giorni al debutto ed è proprio in questi giorni che ci viene raccontata la storia di Ronnie dal debutto. In un alternanza di flashback, in cui il protagonista si racconta a Ragazzo (giornalista di Rolling Stone), avremo modo di conoscerlo e di scoprire come è arrivato dove è adesso. I personaggi che prendono parte alla storia e sembrano solo di contorno, non lo sono per niente e tutti insieme creano quello che è Ronnie. Un personaggio particolare che ti sembra di aver compreso ma che si rivela più ricco e sorprendente di quello che è.

Lo scandire del tempo e l’aura di mistero, che avvolgono il protagonista,ti lasciano l’idea che deve accadere qualcosa da un momento all’altro, ma non sai bene cosa. E quando tutti i tasselli del puzzle trovano il suo posto, tiri fuori il fiato e ripensi a come è iniziata la storia. Una bella lettura, veloce e incalzante.

http://words-of-books.blogspot.it/2016/03/recensione-il-sesto-giorno-di-rosanna.html

“Un giallo che cattura l’attenzione”, Graphomania

«Tutti gli esseri umani hanno tre vite – diceva Gabriel García Márquez –: pubblica, privata e segreta». Questo aforisma si adatta benissimo al giallo Il sesto giorno di Rosanna Rubino. Di Ronnie Rosso, protagonista del romanzo, è nota la vita pubblica, naturalmente; non si sa nulla di quella privata e nessuno sospetta quella segreta. La vita privata, inoltre, è anche lacunosa, per quel po’ che si riesce a carpire: Ronnie, infatti, è un guru del web e, pur in tempi di crisi, è riuscito a portare la sua creatura, un social network, in borsa; ma Ronnie è arrivato in Italia su una carretta del mare e della sua vita precedente allo sbarco a Lampedusa quando era ancora ragazzino non si sa nulla: nemmeno lui sa quando è nato. Arrivato a Milano si è dato da fare e, intuendo le opportunità della rete quando ancora non era esplosa come oggi, crea Talentik, un sito che raccoglie recensioni vocali su tutto quello che è possibile in tutto il mondo. La sua idea decolla e il nostro Ronnie Rosso diventa uno dei più ricchi uomini d’affari e ad appena trentacinque anni si prepara a debuttare in borsa, a Milano. Proprio nel momento di massimo splendore dell’azienda, però, succede qualcosa: il passato di Ronnie torna a galla. Lui lo fa riemergere confidandosi con un giornalista (proprio Ronnie che non ha quasi mai rilasciato interviste) e l’intervista mette in moto tutta una serie di eventi che porteranno all’epilogo che, come recita il titolo, avverrà il sesto giorno.

La vicenda narrata, infatti, si snoda in cinque giorni che condensano, grazie ai flashback, un trentennio. E poi c’è il sesto.

Rosanna Rubino scrive un giallo che cattura l’attenzione, anche grazie al fatto che di nomi propri ce ne sono pochi: i personaggi si chiamano con la funzione che svolgono, quindi Avvocato, Voce, Guardia del corpo, Cameriere, Ragazzo (il giornalista che, alla fine, dirà il proprio nome), Archistar e via dicendo. Di nomi propri ce ne sono veramente pochi: ovviamente Ronnie Rosso, Anna, Mirjam, Carla e poi, ma solo per un paio di righe, Ragazzo. Questa mancanza di nomi ha una forza centripeta in quanto fa concentrare l’attenzione su lui, Ronnie Rosso, protagonista assoluto del romanzo e anche deus ex machina di ogni avvenimento, che si pone al centro delle varie vicende: proprio lui che, per il suo essere mulatto, è stato di fatto a lungo non accettato dalla sua comunità di origine in Africa e la comunità di destinazione in Italia. Né nero, né bianco: Rosso, appunto.

Unico appunto da fare al romanzo è il fatto che il nome del sito che ricorre più volte ne Il sesto giorno di fatto è un dominio in vendita: forse si sarebbe potuto acquistare (o optare per un altro nome del social network), in modo che potesse fungere da supporto al romanzo stesso. Si rimane un po’ delusi nel digitare il nome del sito sul browser (azione che viene naturale compiere visto che nel romanzo la si compie di frequente) e trovarsi dinanzi una pagina che comunica che il dominio è in vendita.

(Roberto Russo, Graphomania)

 

“Contemporaneo, vero, reale. Rosanna Rubino sa il fatto suo”, Amiche per i libri

C’è da fare una premessa: Rosanna Rubino sa il fatto suo! 
Solo una mente che conosce a fondo l’imprenditoria, il marketing, il business può affrontare determinate tematiche. Con Il sesto giorno, la Rubino ci ha catapultato in un mondo che avremmo potuto conoscere solo attraverso i giornali/telegiornali o documentari . Solo chi è un partecipante attivo può conoscere così bene Piazza Affari, l’imprenditorialità, il successo, le sfide che il business comporta… Ma allo stesso tempo tutti noi “comuni mortali” conosciamo la crisi economica, le proteste, i movimenti migratori che negli ultimi decenni si sono fatti sempre più forti e hanno portato l’arrivo nel nostro paese di numerosissime persone di cultura ed etnia diversa.

Beh… Questo libro racchiude in sé tutte queste cose! Impossibile? Sbagliato! Rosanna Rubino c’è riuscita: ha dato vita ad un romanzo di interesse sia storico che sociale!

 

Ronnie, è un giovane trentacinquenne arrivato alla giovane età di 12 anni in Italia dopo aver affrontato una lunga e difficile attraversata a bordo di un barcone. Tipica realtà che oggigiorno centinaia, anzi migliaia di persone affrontano: il cosiddetto viaggio della speranza, quel viaggio che li porterà, si spera, verso una nuova vita.
Ronnie però è diverso! A differenza dei suoi connazionali nigeriani lui in Italia ha trovato il proprio riscatto ed è riuscito a crearsi una vita completamente nuova e assolutamente migliore. Lui è il classico esempio del self-made man ovvero colui che nella vita, grazie alle proprie capacità e ai propri meriti, riesce a crearsi da solo. Cosa fa Ronnie? Fonda un’azienda, una realtà che lo renderà l’uomo più ricco della terra. Per lo meno questi sono i presupposti; in realtà allo scadere dei sei giorni dalla quotazione in borsa della società Ronnie rinuncerà, a TUTTO.
Il libro, attraverso le parole di Ragazzo, il giornalista al quale Ronnie affiderà la propria vita e le proprie scelte, ci racconterà la storia del nostro protagonista ma soprattutto questi sei giorni che mancano al debutto in borsa della Talentik. Alla fine, parola dopo parola, giorno dopo giorno si arriverà a capire il perché della scelta di Ronnie di abbandonare tutto… Quale sarà mai questo gran segreto???

Non vogliamo dirvi troppo! Non vogliamo stare lì a scrivere una recensione troppo lunga e che vi svela troppe cose che in realtà vanno assaporate personalmente! Vi diciamo solo… Il sesto giorno è un libro contemporaneo, vero, reale… Un libro che affronta tematiche all’ordine del giorno e attualissime!, che vi accompagnerà nel viaggio della vita di Ronnie e non solo! Una vita difficile, sofferta, forte, caparbia… Una vita affrontata a testa alta e muso duro. Troppe sono le difficoltà che sono state superate da un giovane ragazzo arrivato solo e dal nulla a bordo di un barcone…. Un ragazzo che si è fatto da sé e che ha deciso di affidare la propria vita, nuovamente, nelle mani di un’altra persona.

(Amiche per i libri)

“Un noir che ci trasporta in una Milano poco ospitale”, Radio 105

Talentik è un colosso. È uno dei social più frequentati dopo Facebook, Youtube e Google. È un giocattolo prezioso, presto sarà quotato in borsa e renderà Ronnie, il suo inventore, uno tra i più ricchi al mondo. Ronnie però non è solo un programmatore, Ronnie un uomo con una storia divisa a metà. La cesura? È una barca che a dodici anni lo porta dalla Nigeria all’Italia. E Ronnie è come un computer, controllato, calcolatore, ma nel suo hard disk c’è un file, un ricordo, che proprio non riesce a cancellare. Si chiama Anna ed era una volontaria, una donna speciale con una figlia, Mirjam, che l’aspettava a Milano. Lo sa bene Ronnie perché ha una sua fotografia e vorrebbe ritrovarla per dare un senso a tutta questa storia.

E c’è dell’altro… lo scopriremo grazie a Ragazzo (sì, gli altri personaggi di questa storia sono Voce, Avvocato, Cameriera, Guardia del corpo e non hanno nome di battesimo) uno parecchio ostinato che farà di tutto per intervistarlo e alla fine ci riuscirà.

Un noir che ci trasporta in una Milano poco ospitale e rassicurante e nella mente di un uomo che pare sicuro e controllato. Per chi lo sa bene: siamo stati tutti bambini, quel che conta è che tipo di bambini siamo stati.

(Chiara Beretta Mazzotta)

“Una di quelle storie che piacciono. Punto”, L’amica dei libri

Il sesto giorno della scrittrice napoletana Rosanna Rubino inaugura la nuova sezione di Fazi, intitolata Darkside, dedicata ai noir e ai gialli. Un romanzo diretto e scorrevole in cui ciò che mi ha colpito immediatamente è stato lo stile dell’autrice, immediato e spicciolo, sintetico e realistico, capace allo stesso tempo di intessere una trama con misteri e suspense che non allontanano mai dalla lettura.

Ronnie è un nigeriano giunto in Italia quando era bambino. E’ l’esempio pratico ed eclatante di un uomo che si è fatto da solo perché grazie alle sue idee ed al suo ingegno è riuscito a costruire una società che viene considerata tra le più remunerative al mondo. E’ il fondatore di Talentik, una piattaforma di audio sharing, famosa a livello internazionale, di pari importanza rispetto a Youtube e Google. Questo traguardo gli è costato tanta fatica e soprattutto fiducia in se stesso. E’ un uomo introverso, che vive di solitudine e poco incline ai rapporti umani. Infatti nel romanzo soltanto tre personaggi sono chiamati con il loro vero nome: Ronnie, Anna e Myriam, per indicare la sfera di affetti molto ridotta del protagonista. Anna è la donna che si è presa cura di lui quando era rinchiuso in un villaggio nel suo paese natio. L’unica persona che gli ha dimostrato affetto e che ha cercato in tutti i modi di proteggerlo. Una donna che purtroppo alla fine è morta e di cui lui conserva una foto, di quelle più preziose, perché raffigura la figlia di Anna, Myriam. Ronnie è deciso a trovarla e a raccontarle finalmente tutto quello che la madre ha fatto per lui. Quella ricerca rappresenta una sorta di riscatto, di redenzione, un modo per dare giustizia ad una donna a cui era enormemente legato.

Apparentemente Ronnie sembra un uomo senza sentimenti, o meglio, la freddezza e la determinazione che lo contraddistinguono non lasciano trapelare le sue emozioni e le sensazioni che prova nei confronti di ciò che lo circonda. Del resto è un selfmademan e sa benissimo che la prima regola per sopravvivere sono i soldi. Lui di soldi ne ha fatti tanti a tal punto che il romanzo inizia con il momento in cui il suo Talentik verrà quotato in borsa. Questo avvenimento segnerà il cambiamento totale della vita di Ronnie, ma in bene o in male?

Attraverso una narrazione che procede per capitoli, realizzati a scansioni temporali, partendo dal giorno della quotazione e andando indietro nel tempo, ai giorni che la precedono, conosciamo meglio tutta la sua vita. Dalle abitudini quotidiane fino all’incontro fondamentale con un personaggio altrettanto importante: Ragazzo. Un giornalista della rivista Rolling Stones a cui Ronnie ha deciso di raccontare la propria vita. Il giovane è il prescelto perché quelle rivelazioni, di cui mai nessuno è venuto a conoscenza prima, porteranno la sua carriera al successo.

Gli altri personaggi vengono chiamati tutti in base ai propri ruoli, per esempio Avvocato, Guardia del corpo e così via, mentre solo ad Anna e Myriam, attraverso il loro nome, gli viene riconosciuta una sorta di affettività che fa comprendere come per Ronnie le uniche persone importanti siano proprio loro.

Ho apprezzato molto il modo in cui l’autrice ha raccontato questo personaggio e ha inscenato una delle situazioni più drammatiche dei nostri tempi: lo sbarco dei clandestini. Ma questa volta ci troviamo di fronte una storia diversa, perché Ronnie è un nigeriano che è arrivato in Italia viaggiando con un barcone come tanti suoi connazionali ma è anche un uomo che ha avuto successo e che ha fatto scelte molto difficili nella propria vita, fino all’ultima, ancora più eclatante. Un uomo che ha toccato il fondo ed è riuscito a risalire e che è perfettamente consapevole di poter ricadere di nuovo avendo la certezza di essere in grado di ricominciare daccapo esattamente come la prima volta.

Dialoghi veloci e pronti si alternano a pagine di racconti fluidi, nei quali non ci sono motivi di sosta o ulteriori ostacoli. Un noir ambientato nella fumosa Milano, nella quale c’è manifestazione di una crisi profonda, l’economia è caduta completamente a picco e la gente non fa che ribellarsi. Uno squarcio nel futuro che mette a confronto la realtà con l’immaginazione. Una dimensione che tra qualche anno potrebbe essere assolutamente realistica e che mette in luce i difetti e le incongruenze della nostra società e della nostra politica.

Ma non dimentichiamo che Il sesto giorno è un noir e come tale tutto l’intreccio è votato alla scoperta di un mistero basilare e sostanziale che riguarda la vita del protagonista. 

Un romanzo che si legge con piacere, che non stanca perché non è logorroico né eccessivamente abbuffato di giri di parole o di virtuosismi, è abbordabile nella sua semplicità come se tutto fosse ridotto all’osso per permette al lettore di accedere direttamente al sostrato delle cose, di ciò che realmente serve per calamitare l’attenzione. E’ una di quelle storie che piacciono, punto.

http://amicadeilibri.blogspot.it/2016/04/il-sesto-giorno-di-rosanna-rubino.html

 

“Atmosfera cupa del noir, una bolla silenziosa”, La Biblioteca di Babele

Recentemente l’editore Fazi ha presentato Darkside, una nuova collana dedicata alle varie sfumature del giallo – dal noir al thriller, dal crime alla mistery fiction – e che mira ad investigare la natura controversa dell’uomo senza filtri né censure. Io ho letto due dei romanzi appena pubblicati, del primo parliamo oggi, dell’altro più avanti. Il sesto giorno di Rosanna Rubino è la storia di Ronnie Rosso, un trentacinquenne nigerino fuggito dalla sua terra e arrivato in Italia su un barcone a dodici anni. Nella casa famiglia dove ha abitato per un po’ di tempo, Ronnie  si è appassionato ai linguaggi di programmazione e, una volta adulto, ha creato una piattaforma web di audio sharing, Talentik, che oggi è uno dei siti più visitati dopo Facebook, Youtube e Google. Nel giro di sei giorni, Talentik verrà quotato in borsa rendendo Ronnie uno degli uomini più ricchi del pianeta, ma nel frattempo il protagonista incontrerà Ragazzo, un aspirante giornalista a cui racconterà la sua vera storia e a cui affiderà il segreto che si porta dentro da diversi anni.

Ronnie non dimentica mai il suo passato, soprattutto Anna, la donna italiana che quando era piccolo faceva la volontaria nel suo villaggio e che è stata uccisa in Niger durante un’operazione di pulizia etnica. Anna gli raccontava sempre che a Milano aveva una figlia, Mirjam, e quando lui è fuggito ha portato con sé la foto della bambina, più piccola di lui di pochi anni. Oggi vuole trovarla, come per chiudere il cerchio, per raccontarle di sua madre e di quello che aveva fatto per lui. Le due donne, madre e figlia, sembrano essere l’unica cosa importante per Ronnie, dal momento che solo loro tre vengono indicati nel romanzo col loro nome proprio, mentre tutti gli altri sono qualificati dal loro lavoro o da qualche caratteristica particolare: Ragazzo, Giornalista, Avvocato, Cameriera, Guardia del corpo. Questo è uno degli elementi che mi hanno colpito di più, insieme al modo che ha l’autrice di indagare nell’animo di Ronnie e di svelare i suoi segreti tramite l’intervista che l’uomo decide di rilasciare a Ragazzo (di cui alla fine si saprà il nome, quasi come se il giovane fosse diventato importante per Ronnie).

Questo è quello che dice Ronnie a Ragazzo quando gli racconta la sua storia, una storia che non si trova su alcun sito internet né in alcun giornale, perché non è mai stata condivisa con nessuno. Ragazzo ha l’esclusiva e la possibilità di diventare famoso molto rapidamente per essere il primo a diffondere certe verità.
Ronnie è un uomo freddo e forte, che nella vita ha imparato che i soldi sono la cosa più importante, che se non ce li hai non puoi vivere bene; ma il suo vissuto personale gli ha insegnato pure che, anche se perdesse tutto, potrebbe comunque ricominciare da zero: lo ha già fatto una volta, può rifarlo. In un’Italia che va verso la recessione, in una Milano in cui le proteste infuriano per le strade, Ronnie vuole mantenersi distaccato ma qualcosa lo turba così tanto da non lasciarlo dormire un attimo per cinque giorni. Ma per quanto sia freddo, mostra un reale interessamento per Mirjam, probabilmente per devozione nei confronti della madre, e per Ragazzo (che non se la passa proprio benissimo): è come se in qualche modo sentisse il bisogno di fare qualcosa per loro ma temesse di farlo.

Rosanna Rubino indaga nell’animo di Ronnie con uno stile e un linguaggio che contribuiscono a creare l’atmosfera cupa del noir anche grazie ai dialoghi rapidi che ne accelerano il ritmo. L’impressione è quella di trovarsi in una città grigia, polverosa e caotica, ma di stare in una bolla silenziosa insieme al protagonista, psicologicamente sempre distante da tutto e tutti.

Ho trovato Il sesto giorno un romanzo molto interessante.  La voglia di scoprire che cosa sarebbe successo alla fine del quinto giorno, praticamente, ha fatto sì che lo divorassi.

“Il sesto giorno” di Rosanna Rubino

“Tutti gli ingredienti necessari a farne il libro del momento”, La Lettura, Corriere della Sera

Rosanna Rubino impasta migrazioni, crisi economica e tensioni sociali sullo sfondo di Milano. Il Sesto Giorno di Rosanna Rubino è un romanzo che può piacere sia per la trama ben congegnata, che alla fine sfocia nel noir, sia per la coerenza di tono. Al secondo fattore più che al primo si deve la creazione di un ambiente di moderate tensioni in cui il lettore si accomoda, come in certi gialli svedesi, anche se qui le tinte prevalenti sono di una Milano cupamente pulviscolare. L’atmosfera dipende anche dalla collocazione temporale sospesa, in un presente parallelo al nostro ma non troppo distante, o in un “futuribile prossimo” con vaghe sfumature distopiche, inquietanti ma non al punto da suscitarne allarme.

Al di là del vetro infrangibile costruito per il comfort del lettore, le cose possono però essere rappresentate in modo anche esasperato, estremo: il cielo, per esempio, non diventa più chiaro ma “meno nero”; il vento “picchia duro”; la pioggia “bombarda” i finestrini. Confermando ciò che scriveva Daniele Giglioli in Senza Trauma (Quodlibet 2011), certa nuova narrativa italiana si rivela tanto più violenta nelle forme quanto più anestetizzato è il suo rapporto col reale.

Protagonista del Sesto Giorno è Ronnie, un rifugiato del Niger, scampato all’annegamento, arrivato in Italia a 12 anni e qui accolto in una casa famiglia; 23 anni dopo è uno degli uomini più influenti al mondo, grazie all’invenzione di una piattaforma web per la condivisione di file audio. Privo di sentimenti e di debolezze, determinato a vincere, convinto che la natura conti più della cultura, Ronnie non è solo un self made man, ma una particolare incarnazione di questo mito capitalista. A volte, più che il protagonista di un romanzo, sembra un testimonial della Nike, conforme per ideologia al runner solitario che negli spot degli anni Novanta correva contro tutto e tutti, anche contro se stesso, pur di arrivare all’obiettivo.

Del resto Ronnie è anche un runner, e non per niente l’autrice è un’esperta di marketing e comunicazione. Il tempo del romanzo scorre come un contor alla rovescia dei sei giorni che separano Ronnie dall’attesissima quotazione in borsa della sua azienda. Ma diverse altre tensioni – interiori, relazionali e politiche- vengono fatte crescere e convergere nel flusso principale, in attesa di uno scioglimento multiplo: l’insonnia cronica di Ronnie, la scoperta di una malattia, la sua scioccante presa di coscienza dei sentimenti e dell’insensatezza del successo, l’anticapitalistica “protesta dei porcelli” che infiamma Milano, il traffico mostruoso che quasi annuncia la fine del mondo.

L’impero blindato di Ronnie tende all’implosione, ed è proprio Ronnie a introdurre nel suo mondo la miccia che lo farà crollare. Migrazioni, crisi economica, tensioni sociali, dominio del web e della finanza, dramma personale, estraneità alla vita e un pizzico di noir: nell’equilibrato impasto del suo romanzo Rosanna Rubino versa tutti gli ingredienti necessari a farne il libro del momento. Il prodotto editoriale è senz’altro ben riuscito. Resta il dubbio se a un romanzo come questo non si debba chiedere una più incisiva penetrazione critica della realtà.

Matteo Giancotti
La Lettura, Corriere della Sera
26 marzo 2016