“Tremendamente poetico e ricco di luci”, Omnimilanolibri

Un immigrato startupper con un segreto, un giornalista precario che subisce la crisi, una giovane dai capelli rossi che campa lavorando in un locale, ma ha carte da giocare. Intanto il governo annaspa e a comandare, nelle strade, sono maschere di maiali che protestano dipingendo una Milano in balia di una logica distruttiva e priva di spunti su cui far leva per rialzarsi. Eppure arriva “Il sesto giorno” di Rosanna Rubino ed è tremendamente poetico e ricco di luci. Luci nella notte di una Milano piena di locali, luci del mattino in cui il protagonista del romanzo pubblicato da Fazi Editore, corre, corre e corre. Per sfuggire da un segreto che lo insegue fin da bambino, fin da quando è in Italia.

Ronnie, infatti, così si chiama, ha trentacinque anni, è di origini nigeriane ed è arrivato nel bel Paese, orfano, su un barcone partito da Tripoli. Ambientandosi nella cittá italiana in cui a oggi è più probabile che i sogni si avverino, ce l’ha fatta anche lui. Da selfmade man, mantenedo intatta la sua natura schiva e solitaria, ha messo in piedi un vero e proprio impero dal nulla. Anzi, da orfano immigrato, di carnagione “moretta”. Ha fondato Talentik, una piattaforma web di audio sharing che raccoglie audioracconti geolocalozzandoli, e ha fatto fortuna. Al momento in cui Rubino lo racconta, con un valore stimato di due miliardi di dollari, la sua creazione sta per essere quotata in borsa.
Questa storia di successo, é “solo” lo sfondo, tesse il contesto economico e sociale in cui l’autrice si prende tutto lo spazio per dar voce comodamente al Ronnie schivo e solitario che i giornali e le tv, e perfino i suoi soci, non sanno cogliere. Ne scandaglia il passato, me racconta gli attuali affetti, ne interpreta le paure che su affacciano quando questo 35enne metropolitano cerca di essere sé stesso. Per farlo, deve disseppellire un segreto che rischia di far crollare l’impero, ma é arrivato al punto in cui, convivendoci, rischia di crollare lui stesso, come persona.
Complice del pareggio di conti con la sua infanzia, é la figlia della donna che, volontaria in africa, gli ha cambiato la vita e parlato per la prima volta dell’Italia. Rossa di capelli, esile e forte, con poche parole spesso seguite da un punto interrogativo, é lei a guidarlo in una Milano dove sono troppe le strade suggerite dai cartelli. Troppe le direzioni da prendere.
Altro “aiutante” del nostro Ronnie, è Ragazzo, un aspirante giornalista piuttosto disadattato ma alquanto tenace, a cui ha scelto di affidare la propria incredibile storia. A una condizione: che “la prima cosa da fare, se vuoi capirci qualcosa di un uomo, è scoprire che bambino è stato”. Ragazzo accetta e Rubino gli presta la penna regalando l’originale esperienza metropolitana moderna de “Il sesto giorno”, sia a chi ha il sesto senso lo ha, sia a chi lo vorrebbe avere.

Marta Abbà
IL SESTO GIORNO