«Tutti gli esseri umani hanno tre vite – diceva Gabriel García Márquez –: pubblica, privata e segreta». Questo aforisma si adatta benissimo al giallo Il sesto giorno di Rosanna Rubino. Di Ronnie Rosso, protagonista del romanzo, è nota la vita pubblica, naturalmente; non si sa nulla di quella privata e nessuno sospetta quella segreta. La vita privata, inoltre, è anche lacunosa, per quel po’ che si riesce a carpire: Ronnie, infatti, è un guru del web e, pur in tempi di crisi, è riuscito a portare la sua creatura, un social network, in borsa; ma Ronnie è arrivato in Italia su una carretta del mare e della sua vita precedente allo sbarco a Lampedusa quando era ancora ragazzino non si sa nulla: nemmeno lui sa quando è nato. Arrivato a Milano si è dato da fare e, intuendo le opportunità della rete quando ancora non era esplosa come oggi, crea Talentik, un sito che raccoglie recensioni vocali su tutto quello che è possibile in tutto il mondo. La sua idea decolla e il nostro Ronnie Rosso diventa uno dei più ricchi uomini d’affari e ad appena trentacinque anni si prepara a debuttare in borsa, a Milano. Proprio nel momento di massimo splendore dell’azienda, però, succede qualcosa: il passato di Ronnie torna a galla. Lui lo fa riemergere confidandosi con un giornalista (proprio Ronnie che non ha quasi mai rilasciato interviste) e l’intervista mette in moto tutta una serie di eventi che porteranno all’epilogo che, come recita il titolo, avverrà il sesto giorno.
La vicenda narrata, infatti, si snoda in cinque giorni che condensano, grazie ai flashback, un trentennio. E poi c’è il sesto.
Rosanna Rubino scrive un giallo che cattura l’attenzione, anche grazie al fatto che di nomi propri ce ne sono pochi: i personaggi si chiamano con la funzione che svolgono, quindi Avvocato, Voce, Guardia del corpo, Cameriere, Ragazzo (il giornalista che, alla fine, dirà il proprio nome), Archistar e via dicendo. Di nomi propri ce ne sono veramente pochi: ovviamente Ronnie Rosso, Anna, Mirjam, Carla e poi, ma solo per un paio di righe, Ragazzo. Questa mancanza di nomi ha una forza centripeta in quanto fa concentrare l’attenzione su lui, Ronnie Rosso, protagonista assoluto del romanzo e anche deus ex machina di ogni avvenimento, che si pone al centro delle varie vicende: proprio lui che, per il suo essere mulatto, è stato di fatto a lungo non accettato dalla sua comunità di origine in Africa e la comunità di destinazione in Italia. Né nero, né bianco: Rosso, appunto.
Unico appunto da fare al romanzo è il fatto che il nome del sito che ricorre più volte ne Il sesto giorno di fatto è un dominio in vendita: forse si sarebbe potuto acquistare (o optare per un altro nome del social network), in modo che potesse fungere da supporto al romanzo stesso. Si rimane un po’ delusi nel digitare il nome del sito sul browser (azione che viene naturale compiere visto che nel romanzo la si compie di frequente) e trovarsi dinanzi una pagina che comunica che il dominio è in vendita.
(Roberto Russo, Graphomania)