“Un thriller originale, inedito, scritto con grande ritmo” (R. Iovacchini)

331 metri al secondo è un thriller ambientato a Milano, negli ambienti del recente boom immobiliare, dei grattacieli firmati dai grandi architetti, del nuovo corso cittadino iniziato con l’expo e che sembra ormai destinato a durare molti anni. La trama racconta la vita di Chon, un ragazzino che ha visto uccidere i suoi genitori in un agguato in casa  e che è riuscito a salvarsi grazie ad una sua rara caratteristica fisica, ossia una specie di superudito, l’acusia, che gli consente di sentire rumori di lieve entità a grandi distanze. Riesce a sentire gli assassini dei suoi genitori che ancora dovevano entrare dentro casa riuscendo a rifugiarsi sotto il divano, nascondendosi alla vista dei criminali un attimo prima che il massacro fosse compiuto. Chon viene ritrovato dalla polizia ma riesce a fuggire nascondendosi per 64 giorni nei tunnel della metropolitana, dove incontra Lara, una ragazzina sua coetanea che sarà l’incontro più importante della sua vita. Dopo qualche anno Chon si ritroverà a lavorare nei cantieri dei grattacieli di lusso come saldatore e grazie al suo superudito diventerà informatore della polizia. Inizia quindi la sua avventura che lo porterà a compiere il piano che aveva in mente dal giorno in cui fu testimone dell’assassioni dei genitori.

Rosanna Rubino è un architetto, esperta del settore immobiliare, arricchisce i suoi romanzi con le sue conoscenze tecniche, nel caso di 331 metri al secondo c’è una perizia geomorfologica che turba i sonni di molte persone e che è tenuta nascosta, ma che sarà importantissima sia per dare credibilità alla trama che per far notare come il lavoro scrupoloso dei tecnici venga oscurato da coloro che detengono il potere reale e gestiscono i grandi business, senza preoccuparsi della salute altrui per risparmiare sui costi quindi aumentare i profitti.

Il libro racconta tante storie parallele e tra i principali personaggi c’è il poliziotto di cui Chon è informatore, soprannominato Il Fermo o Occhi di husky, una figura di poliziotto non proprio esemplare, uno uomo con grossi problemi personali ma anche con una originale visione dei rapporti che possono esserci tra poliziotti, informatori e mondo climinale.

Lo stile di scrittura di Rosanna Rubino è essenziale, senza orpelli, con dialoghi molto diretti, quasi rudi, che utilizzano un linguaggio veloce, senza mezze parole, arrivando subito al sodo, che ricorda a tratti il linguaggio dei fumetti. E proprio al mondo dei fumetti sembra essere ispirata la copertina, che per grafica e colori spicca per originalità tra le tante novità editoriali esposte nelle librerie. Il libro racconta l’altro lato della città di Milano, non quella della moda o dei nuovi quartieri “glamour” abitati da personaggi famosi e influenti, ma quello meno noto e patinato dei cantieri di costruzione e delle attività che vi si svolgono, viste con gli occhi di coloro che in questi cantieri lavorano tra fatica, sudore e disagi economici. Un thriller originale, inedito, scritto con grande ritmo. Una storia che coinvolge il lettore fin dalle prime pagine ed una storia che non ha alcun calo di tensione man mano che procede.

Roberto Iovacchini