Arrivato dal Niger su un barcone a dodici anni, Ronnie, oggi trentacinquenne, è diventato uno degli uomini d’affari più ricchi d’Italia. Ha fondato Talentik, piattaforma web di audio sharing, che è stata la sua fortuna. Ronnie non è simpatico, non gli interessano le donne, si dedica completamente al suo impero non uscendo quasi mai dalla Torre, il grattacielo di Milano dove vive in completo isolamento. La situazione finanziaria del paese è disastrosa, il governo è in crisi politica ed economica, Talentik sta per debuttare in borsa, la rivolta sociale sembra alle porte. Manifestanti occupano le strade, appiccano incendi, protestano contro un governo che sembra essere capace solo di tagliare il welfare e aumentare le tasse. Siamo in un futuro immediato, molto vicino a noi, e mai come in questo caso possiamo verificare come la narrativa d’anticipazione sia uno degli strumenti più efficaci per indagare il presente.
La trama si svolge in sei giorni, in cui si racchiude, tramite flashback, la storia di Ronnie Rosso. Una storia di un immigrato sui generis, che trova davvero l’Eldorado nel nostro paese, che non ha la minima intenzione di aiutare gli altri – immigrati o meno che siano – e pensa solo al proprio successo e a raccogliere la quantità maggiore possibile di denaro. L’unica cosa che conta, apparentemente, per lui. Ma Ronnie deve, o meglio vuole, fare i conti con la propria storia, e lo farà in maniera pirotecnica, smentendo le convinzioni del lettore e degli altri personaggi.
Non ho letto l’esordio di questa autrice napoletana, ma con Il sesto giorno ci troviamo di fronte a un’opera notevole. Confesso che dopo le prime pagine ho avuto alcuni dubbi: ho temuto che la Rubino volesse proporre un Cosmopolis italiano. Ma se c’è molto DeLillo, nella narrativa di questa scrittrice (senza dimenticare il Franzen di Purity), bisogna riconoscere che riesce a rielaborarlo con assoluta autonomia. Ambientando la vicenda in una Milano che è la città più europea d’Italia riesce a dare al romanzo un respiro cosmopolita. I temi trattati sono molti, importanti, attuali: l’autrice li affronta con una perizia indiscutibile, con una conoscenza profonda degli argomenti che tocca, con strumenti letterari appropriati e sempre originali, non scadendo mai nel banale e mantenendo un livello qualitativo e di suspence che coinvolgono completamente il lettore.
Diversamente da molti altri romanzi che parlano di argomenti simili, la trama non scade mai nel patetico, l’occhio sulle brutture del mondo non indugia mai troppo nei particolari, ma nonostante questo lo sguardo è lucido, tagliente e impietoso, un bisturi che lascia al lettore immagini forti che difficilmente riuscirà a togliersi dalla mente. C’è tantissimo in questo romanzo, ma Rosanna Rubino mantiene sempre la barra a dritta, non smarrisce mai la strada né la fa smarrire al lettore. Un romanzo che coniuga gli aspetti migliori della letteratura moderna con estrema semplicità e rara efficacia.
(Roberto Sturm)